Il Natale è sinonimo di tradizione, famiglia e dolcezza, ma in Italia anche di Panettone. E proprio qui a Imperia si produce uno dei panettoni considerati tra i migliori prodotti in Italia.
La creatività e la passione di Jacopo Chieppa, chef e maestro lievitista fresco di stella Michelin del ristorante Equilibrio di Dolcedo, hanno dato vita a panettoni d’autore in edizione limitata vincitori di numerosi premi.
Un Panettone Stellato, Sette Creazioni Speciali
La magia dei lievitati è una vera e propria passione per lo chef Chieppa, che anche quest’anno porta in tavola sette panettoni esclusivi, ideati per sorprendere e deliziare i palati più esigenti. Realizzati con ingredienti selezionati e lavorazioni artigianali, ogni panettone racconta una storia di cura, equilibrio e innovazione.
I Classici: Un Tributo alla Liguria
Panettone Classico alla Ligure – Un omaggio alla tradizione: arancia candita e uvetta sultanina, lasciata in ammollo per due giorni nel vino Pigato, donano al dolce un tocco unico e territoriale.
La Coccola – Un vero capolavoro che celebra la Liguria: olio extravergine d’oliva, olive candite, cioccolato bianco e limone candito.
Panettone al Gianduia – Perfetto per i più golosi, con cioccolato gianduia che si scioglie in bocca.
Cioccolato 70% e Caramello Salato – Un connubio irresistibile, già successo nel 2023, dove il cioccolato fondente si sposa con la dolcezza del caramello salato.
Le Novità 2024: Tre Gusti Special Edition
In occasione della sua prima linea “stellata”, Jacopo Chieppa ha creato tre gusto inediti, veri e propri capolavori di pasticceria:
Pere, cioccolato fondente e caffè – Una combinazione raffinata per chi ama sapori intensi e aromatici.
Frutti rossi e cioccolato fondente – Freschezza e dolcezza in un equilibrio perfetto.
Albicocche e dulce de leche – Un abbraccio cremoso tra frutta e dolcezza sudamericana.
Dove Acquistare il Panettone di Jacopo Chieppa
I panettoni dello chef Chieppa sono disponibili al prezzo di 30 euro presso:
Kilo, la sua pizzeria sul lungomare di Imperia.
Ristorante Equilibrio a Dolcedo.
Online, sui siti ufficiali dei due locali.
Per chi desidera portare a casa un assaggio di Natale stellato, questa è l’occasione perfetta per scoprire l’arte della pasticceria firmata Jacopo Chieppa. Che il vostro Natale sia dolce, elegante e indimenticabile!
La Liguria è una terra di contrasti mozzafiato: dalle scogliere a picco sul mare cristallino agli uliveti e vigneti dell’entroterra. Ma la vera anima della Liguria si trova anche nei suoi sapori unici e nelle sue tradizioni culinarie. I primi piatti a base di pasta, in particolare, raccontano storie di mare e di terra, di ingredienti semplici e genuini trasformati in capolavori gastronomici. Scopriamo insieme alcuni dei primi piatti più iconici della cucina ligure, che vi faranno innamorare della nostra regione anche a tavola!
Trofie al Pesto
Forse il piatto più famoso della Liguria, le trofie al pesto, sono un vero e proprio simbolo della cucina ligure. Le trofie sono una pasta corta, arrotolata su sé stessa, fatta con farina di grano duro e acqua. Il pesto alla genovese, preparato con basilico fresco, pinoli, aglio, Parmigiano Reggiano, Pecorino, olio extravergine di oliva e un pizzico di sale, è l’accompagnamento perfetto per questa pasta. Il segreto per un buon pesto sta nella freschezza degli ingredienti e nella tecnica di preparazione, preferibilmente con un mortaio di marmo e un pestello di legno.
Trenette al Pesto
Le trenette sono un altro tipo di pasta ligure, simile alle linguine. Tradizionalmente servite con il pesto alla genovese, vengono spesso arricchite con patate e fagiolini, cotti direttamente nella stessa acqua della pasta. Questo piatto rappresenta un perfetto equilibrio tra sapori e consistenze, dove la cremosità del pesto si sposa con la dolcezza delle patate e la freschezza dei fagiolini.
Pansoti con Salsa di Noci
I pansoti, o pansotti, sono ravioli ripieni di un mix di erbe selvatiche locali, chiamato “preboggion”. Questi ravioli vengono poi serviti con una deliziosa salsa di noci, preparata con noci, aglio, parmigiano, pane ammollato nel latte e olio extravergine di oliva. Questo piatto è un’esplosione di sapori, dove la dolcezza delle noci e il gusto delle erbe si fondono in un’armonia perfetta.
Corzetti della Val Polcevera
I corzetti, o croxetti, sono una pasta tradizionale della Val Polcevera, caratterizzata dalla forma rotonda e da un motivo impresso su ogni pezzo. Questi disegni, spesso realizzati con appositi stampi di legno, possono variare dai motivi floreali agli stemmi familiari. I corzetti vengono generalmente serviti con una salsa di pinoli, burro e salvia, o con un semplice sugo di pomodoro e basilico.
Testaroli al Pesto
Originari della Lunigiana, una zona a cavallo tra Liguria e Toscana, i testaroli sono un tipo di pasta molto particolare. Si tratta di sottili dischi di pasta cotta su un testo, una piastra di ghisa o terracotta. Una volta cotti, i testaroli vengono tagliati a quadrati e conditi con pesto alla genovese o con olio e formaggio. La loro consistenza unica e il sapore rustico li rendono un piatto davvero speciale.
Mandilli de Saea
Conosciuti anche come “fazzoletti di seta”, i mandilli de saea sono delle larghe lasagne fresche, sottilissime e delicate. Vengono solitamente serviti con pesto alla genovese, che aderisce perfettamente alla superficie liscia della pasta, creando un connubio perfetto di sapore e texture.
Minestrone alla genovese
Forse non tutti sanno che se il nostro minestrone di verdure fresche, conosciuto in tutto il mondo lo si deve al mare. All’interno del porto di Genova, infatti, esistevano i “catrai”, vere e proprie osterie galleggianti sistemate su barche o piccole chiatte che offrivano ai marinai il minestrone, che con la sua verde freschezza era di grande conforto dopo i lunghi periodi trascorsi mangiando gallette secche e cibi sotto sale. l piatto appartiene alla cucina povera tipica della cucina ligure: i suoi ingredienti sono prodotti della natura di facile reperibilità, quali verdure di stagione e legumi: patate, fagioli, zucchine, bietoline, borragine e pasta detta “scuccuzzù” o anche riso, nonché l’indispensabile pesto di basilico (baxaicò).
Ravioli di borragine
I ravioli sono per tutti noi i piatti del pranzo della domenica dalla nonna: di solito ripieni di borragine, un’ erba selvatica che cresce nelle nostre campagne, parmigiano, maggiorana e ricotta. Viene servito con diversi tipi di sugo come pomodoro o ragù ma la ricetta “purista” li prevede solo con olio e erbe aromatiche
Vi abbiamo stimolato l’appetito, vero?
La nostra cucina offre una varietà di primi piatti che riflettono la ricchezza del territorio ma anche la semplicità della cucina locale. Ogni piatto racconta ,infatti, una storia fatta di tradizioni antiche e di ingredienti genuini, trasformati con maestria in ricette che hanno conquistato i palati di tutto il mondo
Se non siete amanti del pesce e di conseguenza scartate a priori un viaggio in Liguria pensando che la cucina sia unicamente di mare.. commettete un grave errore! Conoscete la Cucina Bianca ligure?
Nel nostro entroterra, nel dettaglio lungo le lande che ci separano non solo dal basso Piemonte ma anche dalla Francia, si snoda la cosiddetta “Strada della Cucina Bianca”, un itinerario enogastronomico che saprà stupirvi grazie alla sua, letterale e non, distanza dalla cucina costiera.
I sapori sono quelli delle malghe, pascoli estivi di alta montagna, ed esprimono la semplicità della cucina di una volta , portando in tavola ricette basate su ingredienti poveri come uova, latte, farina, burro e poi ortaggi come porri o patate: da qui l’aggettivo “bianca”.
I nostri piatti preferiti
Il Brodo di Erbe Amare: una minestra fatta con borragini e punte d’ortica
Le Turle: ravioli ripieni di menta e patate
Le Raviore: a differenza delle Turle, questi ravioli sono ripieni di solo di erbe selvatiche varie (ortiche, menta, erba luisa, ecc..)
Gli Streppa e Caccia Là: letteralmente “strappa e butta lì”, pasta fresca creata da un impasto di acqua e farina la cui forma è irregolare (proprio perché si trappa a pezzetti e si mette direttamente nella pentola a cuocere)
Il Brusso: ricotta fermentata dal sapore veramente forte
I Bastardui: gnocchetti impastati con erbe
Celebrata alla fine di Agosto, nel piccolo paesino di Mendatica, la famosa omonima festa vi darà la possibilità di assaggiare tutti queste ricette in un’unica occasione. Tuttavia, la Cucina Bianca riunisce svariati paesini in un grande abbraccio. Potrete gustarla infatti anche a Cosio e Borghetto d’Arroscia, Montegrosso Pian Latte, Pieve di Teco, Acquetico, Monesi di Triora, Viozene, e sul Colle di Tenda.
Non perdetevi la famosa ricetta della Cima alla Genovese, made by Piera!
Preparazione 45 min
Tempo Cottura 2h e 20 min
Porzioni 6
Tempo totale 3h e 5 min
Calorie 425
Ingredienti
1 tasca di petto di carne di vitello di 900 g circa
1 cipolla
1 carota
2 foglie di alloro. Per il ripieno: 200 g di vitello tritato
200 g di animelle
2 uova
100 g di mollica di pane
200 g di bietole
3 cucchiai di piselli
2 cucchiai di pinoli
50 g di lardo
40 g di Grana Padano
2 cucchiai di maggiorana tritata
latte
sale
PROCEDIMENTO
Per preparare sapientemente la ricetta della cima alla genovese, iniziate dal ripieno.
Lessate le bietole in acqua salata, strizzatele e tritatele. Sbollentate per alcuni minuti le animelle in acqua leggermente salata, sgocciolatele e tagliatele a dadini. Tritate il lardo. Lasciate ammorbidire la mollica di pane in una ciotola di latte e strizzatela.
Raccogliete il tutto in una larga terrina, aggiungete le uova e il parmigiano grattugiato, il vitello tritato, i pinoli, i piselli, la maggiorana, sale, pepe e amalgamate con cura il composto. Con questo farcite la tasca di vitello, cucite l’apertura con il filo bianco da cucina e legate la carne come un arrosto. Immergetela in 3 litri d’acqua fredda insieme alla cipolla, alla carota e alle foglie di alloro, ponete sul fuoco e cuocete lasciando sobbollire per 2 ore abbondanti.
Sgocciolate la carne, mettetela fra due piatti, sopra appoggiate un peso in modo da conferirle la tipica forma schiacciata e lasciatela raffreddare.
Tagliate la cima a fettine dello spessore di circa un centimetro, disponetele sul piatto da portata e servite.
Apericena, aperifritto, aperipizza.. insomma, l’arte dell’aperitivo è ormai un must tipicamente italiano! In Italia con l’espressione “fare aperitivo” non si intende più solo godersi un buon bicchiere, bensì farlo sgranocchiando sempre qualcosina (gratis) come focaccine, pizzettine, frittelle, mini-porzioni di insalata, insomma più generalmente finger food. E non le solite noccioline e chips, per carità, non negateci un po’ di sano spilucching! D’altronde lo dice anche Al Bano: “un bicchiere di vino, con un panino.. la felicità!”
Ma pensandoci bene, l’aperitivo è un buono strumento per scoprire al meglio ed in poco tempo le tradizioni enogastronomiche di qualsiasi città, per capirne gli usi e le mode, per ottenerne un punto di vista culturale diverso – o no? State forse pensando sia il solito pretesto per farsi un buon bicchiere?
Vi giuro di no, è solo l’occasione giusta per scoprire i 5 bar per l’aperitivo ad Imperia!
Bar La Torre
Partiamo da Porto Maurizio (con mio grande rammarico di pura Onegliese DOC) per aprire le danze con un bar che, a rigor del vero originariamente si collocava proprio nella mia amata Oneglia, la parte Est di Imperia, e che oggi si è trasferito sulla punta più ad Ovest della città. Parola d’ordine: vista mare.
Il Bar la Torre di Fulvio e Fabrizio richiama tutti, da ogni angolo della nostra ridente cittadina, un po’ perchè la location è forse totalmente fuori gara in quanto bellezza, e poi perchè loro due – i proprietari – sono la simpatia fatta persone. Troverete una bella lista di cocktail che non vi lascerà con l’acquolina in bocca!
Cuvea du Baffu
Okay, segue il più in voga. Federico, detto il Baffo, è riuscito nell’impresa di donare immenso lustro a questo bar, nemmeno tanto piccolo, in una posizione super strategica di Imperia. Il locale si presenta rustico il giusto, con qualche nota di mdoernità. Buona varietà di vini e cocktail, piattini serviti al tavolo con possibilità di rimanere fino a cena, cordialità ed efficienza. Prezzi totalmente adeguati.
Monkeys
Alziamo l’asticella per quanto riguarda location (basterà guardare all’esterno) ed offerta di prodotti (vi basterà guardare all’interno).
Un minuscolo bar sulla passeggiata del porto antico di Oneglia nasconde un tesoro che conta più di un migliaio di bottiglie diverse, tutte esposte dietro al bancone. Atmosfera buietta ma chill. Il loro piattino di stuzzichini , Antonella lo sa, non gli farà guadagnare molti punti, in questa classifica, mentre è indiscutibile il loro primo posto come selezione drink. Prezzi leggermente più alti della media.
Taste of Surf
Surf è nuovo nel panorama imperiese, ma ha conquistato tutti fin da subito. Una vera ventata di freschezza, una nuova ottica con cui inquadrare l’aperitivo nella nostra cittadina ma con studio accuratissimo dietro ogni preparazione.
Tradizione ed innovazione che si incontrano, insomma. “Una cucina che guarda al futuro, senza dimenticare le proprie origini.” I cocktails, accompagnati da gustose tapas che potrete ordinare à la carte, vi stupiranno per equilibrio, originalità e ricercatezza. Prezzi leggermente più alti della media.
Frisciolata e Fainà
Concludiamo la nostra lista con una vera new entry! Frisciolata & Fainà occupa, geograficamente, il posto del vecchio Bacan nel centro storico di Oneglia. Il nome, tipicamente ligure, significa “Farinata & Farinata” – nomi declinati in dialetto ligure, con la stessa traduzione letterale ma.. con una differenza sostanziale! La Frisciolata è la farinata tipica di Imperia, in cui troviamo i cipollotti tagliati a rondelle come ingrediente extra, mentre la Fainà è la farinata bianca, classica.
Qui non solo troverete queste prelibatezze servite come accompagnamento, ma sarete sicuri di gustare ottimi cocktail e vini locali eccellenti!
“No! A saperlo, saremmo rimasti un weekend in più!” e “Uff! Saremmo arrivati un giorno prima se lo avessimo saputo!”sono esattamente le due frasi più ripetute dai nostri clienti quando scoprono di essersi appena persi la sagra dei muscoli di Borgomaro, il tradizionale ed immortale rito che anima le sere d’estate della nostra Valle Impero e non solo.
La sagra una volta
Dovete infatti sapere che la sagra nasce come una tipica festa per il santo patrono di un paese, durante la quale si possono svolgere anche altre attività come fiere, balli e divertimenti vari. Questa è una tipologia di festeggiamenti che qui in Liguria, soprattutto nell’entroterra, è ancora sinonimo di divertimento, baldoria e goliardie anche tra i più giovani.
La sagra oggi
In realtà non si utilizza più il termine sagra solo per definire la celebrazione del santo patrono, ma l’estensione del termine raggruppa, in generale, una grande festa in paese accompagnata da buon cibo, vino e tanta musica. Normalmente, tutto ciò viene reso possibile dalla collaborazione dell’amministrazione comunale e della Pro Loco del luogo, in questo caso l’associazione U Castello che ormai da decenni riesce nella magica impresa di riunirci tutti per regalarci queste magiche serate. Vi basti pensare che i miei genitori hanno scambiato i primi passi, le prime parole e i primi balli insieme proprio sulle lisce piazze di ardesia ornate a festa dove i giovani della loro età si davano appuntamento la sera per le danze e le chiacchiere.. altro che movida e discoteche!
In linea di massima, ogni paese propone un appuntamento annuale in estate (generalmente il sabato, ma possibilmente anche un intero weekend) dove durante la cena viene servito, tra le tante proposte culinarie, un piatto tipico che andrà poi a dare il nome alla serata (es.: la sagra del pan fritto, la sagra dei muscoli..). Noi, a Borgomaro, proponiamo ben due date.. perchè sappiamo cucinare così bene che non volevamo farvi mancare proprio niente! Volete sapere quali sono le specialità?
Vi vedo mentre vi grattate il pancino con l’acquolina alla bocca!
Innanzitutto, si tratta di cene en plein air: lunghe panche di legno, grandi tavolate, vino del contadino (come a Ele piace chiamarlo) e via ad affollare i carruggi. Molto alla buona, molto spartano, ma è così che ci piace!
Acquistare i biglietti
La biglietteria apre alle 19:00/19:30 e il piano si basa su un’unica regola, la seguente: accaparrarsi i primi posti! Non indugiate, sgomitate tra la folla come se quel piatto di spiedini fosse l’ultimo rimasto sulla faccia della terra. Una volta presi i biglietti alla cassa, se avete la fortuna di avere un partner al vostro fianco, speditelo subito a fare la coda al piatto forte della serata oppure quella fumante succosa porzione di pasta fresca rimarrà ahimè solamente un ricordo.
Nel frattempo è ora di occuparsi dei liquidi: cercate la cassa BAR e rifornitevi di quanto necessitate, dopodiché sarà il momento di scovare un posticino libero dove installarsi per aspettare il ritorno glorioso del vostro compagno con in mano il vassoio delle prelibatezze.
Va bene, va bene, voi volete sapere cosa se magna e soprattutto quando se magna. Ecco gli appuntamenti, ci vediamo là e chi non viene è un belinone!
Quando
ultimo weekend di Maggio: sua maestà la reina paella (ricordate cosa vi ho detto sullo sgomitare come fosse l’ultimo piatto al mondo? Ecco, tenetelo a mente)
weekend di inizio o metà Luglio: prendete nota, avrete l’opportunità di gustare le inimitabili muscoli alla saracena del presidente Mino, che da anni ormai fanno accalcare sulla nostra piazza gente da ogni dove. Un consiglio? Raccattate del pane e non dimenticatevi di fare l’italianissima scarpetta nel sugo di cottura!
E per chi non amasse nessuno di questi tre piatti? Non temete: coniglio alla ligure, il famoso minestrone, la ratatuia, il condiglione, il gorgonzola e quintali di carne alla brace vi attendono!