Perle di Liguria: bontà dal parco delle Alpi Liguri

Perle di Liguria: bontà dal parco delle Alpi Liguri

Tutti noi al Relais del Maro abbiamo una passione in comune, di cui forse vi siete accorti in molti: mangiare e bere bene!
Ma non solo.. ci piace soprattutto scoprire quei prodotti nascosti nelle tradizioni centenarie delle nostre valli. Durante nostre ricerche, il Parco delle Alpi Liguri è stato tra i primi che abbiamo esplorato, la sua superficie si snoda tra la Valle Arroscia e la Valle Argentina, entrambe ricche di prodotti unici al mondo.

Tra questi il re è sicuramente l’Aglio di Vessalico: presidio Slow Food per le sue caratteristiche uniche come l’aroma delicato, un sapore intenso quasi piccante e, soprattutto, un’estrema conservabilità: quando mio nonno me ne porta un po’, riesco a tenerlo in frigo ed utilizzarlo per mesi! (Sapevi che… il primo week end di Luglio c’è la festa dell’ Aglio proprio a Vessalico – 15 minuti dal Relais del Maro)

Altro prodotto imperdibile è la toma di pecora brigasca, presidio Slow Food di questa zona: la sua produzione è legata a questo territorio da centinaia di anni e con caratteristiche uniche nella lavorazione che le danno un sapore deciso.

Se i primi due prodotti sono forse più conosciuti, bisogna essere un po’ più local per conoscere la Carpasina: si tratta di un pane d’ orzo tipico di Carpasio (piccolo paese della Valle Arroscia a mezz’ ora dal Relais del Maro), simile alla più famosa frisella pugliese. Un pane duro come pietra, “pan d’ordiu”, d’orzo, appunto, macinato a pietra.
Si mangia nei campi, sui monti, con una testa d’aglio (rigorosamente di Vessalico) strofinata prima di essere ammollata in acqua di fonte mescolata ad aceto di vino rosso. Poi si sbriciola e si mescola con pomodoro, acciuga, capperi, cipolla, basilico.. una sorta di pan bagnà delle Alpi Liguri.

E questi sono solo alcuni dei prodotti che offriamo al Relais, dove la parola d’ ordine è sempre: GO LOCAL!

Alla scoperta di Bordighera Alta

Alla scoperta di Bordighera Alta

Bordighera alta: un meraviglioso balcone sul mare del Ponente ligure

Il comune di Bordighera è costituita da due parti distinte: il nucleo della città vecchia raccolto sul Capo Sant’Ampelio ( luogo imperdibile della città), e la città nuova tra il capo e Vallecrosia. La città vecchia, anche detta Bordighera Alta, ha conservato pressoché intatto il suo fascino medievale. Lo scrittore Edmondo De Amicis così la descriveva: “Poche case ammucchiate sopra un’altura che formano un labirinto di vicoli in salita e discesa, dove spira l’uggia della fortezza antica eretta in difesa dei Saraceni”. Un secolo dopo, non è molto cambiata. Affacciato sul mare, il vecchio abitato è un dedalo di carruggi che si aprono su piccole piazze ed è cinto da poderose mura tardo medievali rinforzate a metà del XVI secolo.

Anche il celebre pittore francese Claude Monet, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo, ne rimase ammaliato. La prima volta si recò a Bordighera nel 1883 con l’amico Auguste Renoir, con il quale si divertì un bel pò. Durante il breve soggiorno rimase talmente incantato dal paesaggio che decise di ritornare nel gennaio 1884. Doveva rimanere un paio di settimane ma si fermò 3 mesi, realizzando oltre cinquanta tele. Al suo mercante a Parigi scriveva: “Tutto è mirabile, e ogni giorno la campagna è più bella, ed io sono stregato dal paese”. A rapirlo fu soprattutto il Giardino Moreno, del quale diceva “un giardino come quello non rassomiglia a niente, è semplicemente fantasmagorico, tutte le piante dell’universo sembrano crescervi spontaneamente”. Del Giardino Moreno rimangono solo alcune tracce nell’odierno giardino intitolato a Monet, lungo via Romana.

Si accede al borgo antico attraverso tre porte: la secentesca Porta del Capo, o Nuova, a sud; la Porta Soprana, o della Maddalena, aperta nel 1780, a est; e la Porta Sottana, edificata nel 1470 e rifatta in epoca barocca, ad ovest. Il pittoresco centro storico è caratterizzato da case color pastello, scalinate, piazzette e stretti vicoli, distribuiti intorno alle due vie principali: la Via Lunga e la Via Dritta.

Se cerchi informazioni su dove mangiare a Bordighera Alta, sappi che non mancano poi i ristoranti dove gustare i piatti tipici della cucina locale. Uno fra tutti il Magiargè (www.osteriamagiarge.it), osteria con una cantina davvero ricca

Il cuore di Bordighera Alta è Piazza del Popolo, sulla quale affaccia la Chiesa di Santa Maria Maddalena. Fu eretta nel XVII secolo anche se il suo aspetto attuale è dovuto ai lavori di ristrutturazione eseguiti nella seconda metà del XIX secolo. La moderna facciata è decorata con stucchi in stile rococò mentre il campanile, staccato dalla chiesa, svetta sopra una bella loggia tardo medievale. Al suo interno sono conservate le reliquie di Sant’Ampelio, patrono e protettore di Bordighera, e diverse opere d’arte, tra cui un pregevole gruppo marmoreo, scolpito, su disegni di Filippo Parodi, dal figlio Domenico.

Un altro edificio di interesse storico è il quattrocentesco Oratorio di San Bartolomeo, situato a pochi passi dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena. Qui, come testimonia una lapida posta sulla facciata, si tenne la riunione dei consoli di Camporosso, Vallecrosia, San Biagio, Soldano, Borghetto, Vallebona, Sasso e Bordighera che decretò la separazione dalla città di Ventimiglia e la proclamazione della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi. Tra le opere d’arte presenti spicca una statua lignea di San Bartolomeo del 1865, attribuita ad Agostino Vignola.

Dalla città vecchia si snodano inoltre diversi percorsi naturalistici. Tra questi uno dei più belli è senza dubbio il Sentiero del Béodo, la passeggiata lungo il tracciato dell’antico canale dell’acquedotto (béodo) che portava l’acqua in città. Il famoso architetto francese Charles Garnier, che visse a lungo a Bordighera progettando numerosi edifici, riguardo al sentiero disse: “Ecco una delle passeggiate più entusiasmanti di Bordighera, che ogni artista non può dimenticare […] una successione ininterrotta di tanti angoli nei quali si armonizzano forma ed eleganza”.

I luoghi più instagrammabili della Liguria

I luoghi più instagrammabili della Liguria

La Liguria è uno splendido lembo di terra stretto tra il mare e la montagna, in cui si susseguono paesaggi a dir poco stupefacenti e scorci incantevoli che sembrano stati appositamente creati per essere fotografati. Quindi, se siete Instagram dipendenti, non c’è destinazione migliore per scattare foto spettacolari e acchiappa like. In questo articolo vi sveleremo alcuni dei luoghi più instagrammabili della Liguria. Non vi resta che seguire i nostri consigli, aggiungere gli hashtag e pubblicare.

La Chiesa di Sant’Ampelio a Bordighera

Tra i luoghi più instagrammabili della Liguria non poteva di certo mancare la Chiesa di Sant’Ampelio a Bordighera. Per la sua bellezza e la caratteristica posizione a picco sul mare rientra senza ombra di dubbio tra le meraviglie della Riviera di Ponente. Il promontorio sui cui sorge è il più meridionale dell’Italia Settentrionale. L’archeologo Nino Lamboglia l’ha definita “un palinsesto di dieci secoli di storia”. L’edificio attuale risale all’XI secolo anche se nel corso del tempo è stato più volte modificato e restaurato. È da sempre un luogo ricco di fascino e di mistero, intorno al quale aleggiano antiche leggende. Il momento migliore per scattare una foto è al tramonto.

I carruggi di Albenga

Albenga è una deliziosa cittadina in cui convivono passato e presente: il tutto si fonde in un’atmosfera unica, in una sinfonia di contrasti visivi e magnifici scenari. È anche detta la “città delle cento Torri” per le sue spettacolari ed inconfondibili torri che dominano il paesaggio. Possiede uno dei centri storici meglio conservati della Riviera di Ponente. Su Instagram fanno il pieno di like le fotografie dei suoi carruggi, dove oltre ai tanti monumenti da scoprire, si possono ammirare anche opere d’arte appese ai muri e veri e propri murales. Negli ultimi anni un gruppo di artisti ha stravolto l’immagine di alcuni di questi vicoli, trasformandoli in una piccola mostra a cielo aperto.

Bussana Vecchia

Impossibile non inserire Bussana Vecchia in questa lista: è uno dei borghi più pittoreschi della Liguria se non d’Italia. La sua storia è molto particolare, dato che era un tranquillo borgo fino al 23 febbraio 1887, quando un violento terremoto segnò per sempre il destino del paese, costringendo gli abitanti a migrare verso il mare, dove fondarono il comune di Bussana Nuova. Il vecchio paese, da allora chiamato Bussana Vecchia, rimase in stato di totale abbandono sino alla fine degli anni Cinquanta, quando è stato riportato alla vita da una comunità di artisti, che vi hanno lavorato e tuttora vi svolgono la loro attività. Le sue stradine sono ricche di scorci potenzialmente perfetti per Instagram.

La Baia dei Saraceni a Varigotti

Un altro dei luoghi più fotografati, e instagrammabili, della Liguria è la meravigliosa Baia dei Saraceni situata a Varigotti, frazione e borgo storico di Finale Ligure. Il suo nome ha origini molto antiche, pare fosse il punto di approdo dei mercanti che arrivavano da Bisanzio. Si tratta di un’oasi selvaggia in cui la natura è stata particolarmente generosa. La spiaggia, lunga circa 400 metri, è un fazzoletto di sabbia dorata e sottile ghiaino, stretto tra le rocce, affacciato su un tratto di mare cristallino. Vista la presenza massiccia di pesci, è perfetta per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. Inoltre, grazie ai fondali bassi, è l’ideale per le famiglie con bambini.

La Spiaggetta dei Balzi Rossi a Ventimiglia

Un’altra spiaggia, che attira instagrammer provenienti da ogni parte del mondo, è la Spiaggetta dei Balzi Rossi a Ventimiglia. La rivista Forbes l’ha definita “una delle sette spiagge più spettacolari d’Italia”. Questa piccola insenatura di rara bellezza, incastonata tra le rocce, è bagnata da acque incredibilmente cristalline. Si trova a pochi passi dalla frontiera, al confine con la Costa Azzurra, e deriva il nome dal colore delle pareti di calcare che, ricche di materiali ferrosi, appaiono rossastre (dal ventimigliese “bàussi russi”, cioè sassi rossi). L’intera zona è puntellata di grotte preistoriche, dove sono stati scoperti numerosi reperti risalenti al Paleolitico.

Le crêuze di Borgio Verezzi

Infine, se volete stupire i vostri follower, non potete perdervi Borgio Verezzi, uno dei borghi più belli d’Italia. Incastonato lungo la Riviera delle Palme, deve il suo nome ai due centri che lo compongono: Borgio a livello del mare e Verezzi in posizione elevata. Il borgo “saraceno”, arroccato sulla collina dell’Orera, è composto da quattro borgate (Crosa, Piazza, Poggio e Roccaro) collegate tramite stretti carruggi e antiche mulattiere (in dialetto ligure dette crêuze), conservate nella loro integrità originaria. Lungo i carruggi e le crêuze sono tantissimi gli angoli ricchi di storia e gli scorci davvero meravigliosi da fotografare. I like sono garantiti!

Il borgo medievale di Cervo

Il borgo medievale di Cervo

A poco più di 25 chilometri da Relais del Maro si trova il pittoresco borgo di Cervo, dove il tempo sembra essersi fermato al Medioevo. Il paese, inserito nel prestigioso club de “I Borghi più Belli d’Italia”, è raccolto su uno sperone che declina verso il mare ed è capace di stupire e affascinare in ogni stagione dell’anno grazie al suo straordinario patrimonio storico, artistico e architettonico.

Cervo vanta un suggestivo centro storico, racchiuso dalle antiche mura e caratterizzato da una labirinto di stretti vicoli (in dialetto ligure detti carruggi) che scendono verso la costa, fiancheggiati dalle tipiche case color pastello. Perdendosi tra questi scorci ombrosi si assapora l’atmosfera ancora tutta medievale del borgo. Il suo litorale è costituito da piccoli stabilimenti balneari, ampi tratti di spiaggia libera e tranquille insenature rocciose.

Nel punto più alto del borgo, e precisamente in Piazza Santa Caterina, sorge il Castello dei Clavesana, dalla cui terrazza in un solo colpo d’occhio si possono cogliere sia i monti che il mare. Fu edificato attorno al XIII secolo dai marchesi di Clavesana (da cui prende il nome) come propria residenza inglobando l’originaria torre alto-medievale. La struttura è stata adibita a vari usi nel corso degli anni: sede del parlamento del Comune, baluardo difensivo contro i Saraceni, Oratorio dei Disciplinanti di Santa Caterina di Alessandria e ospedale. Attualmente è sede dell’Ufficio Turistico e del Polo Museale, che ospita, al primo piano, il Museo Etnografico del Ponente Ligure e, al secondo piano, la mostra permanente “Donne di Liguria – Un secolo di storia 1850/1950”.

Altro fiore all’occhiello del borgo è la maestosa Chiesa di San Giovanni Battista, anche conosciuta come “dei Corallini” perché costruita con i proventi della pesca del corallo che i cervesi esercitavano nei mari di Corsica e Sardegna. Iniziata nel 1686 su progetto dell’architetto Gio Batta Marvaldi e conclusa nel 1734 dal figlio Giacomo Filippo, è uno dei principali esempi di architettura barocca del Ponente Ligure. Il raffinato campanile fu invece eretto nella seconda metà del XVIII secolo su disegno del pittore Francesco Carrega. La chiesa custodisce diverse pregevoli opere d’arte, fra le quali spiccano: il crocifisso ligneo del Maragliano, l’altare maggiore del Pittaluga e gli affreschi sul coro del Carrega. Dalla piazza antistante si può godere di un incantevole vista che spazia su tutto il golfo.

Nelle immediate vicinanze della Chiesa di San Giovanni Battista si trova l’ex Oratorio di Santa Caterina, un classico esempio di struttura romanica in origine a croce latina. L’edificio fu costruito nel XIII secolo su iniziativa dei Cavalieri Gerosolimitani come chiesa ma intorno al XVIII secolo, quando fu consacrata la Chiesa dei Corallini, fu retrocesso a oratorio. All’interno si possono ammirare alcune opere cinquecentesche, tra cui un grande affresco di San Giorgio che uccide il drago posto sopra l’ingresso principale. La struttura è oggi sconsacrata e utilizzata come sala per mostre d’arte, concerti, convegni ed eventi culturali.

Ai piedi del borgo si trova Palazzo Viale, la residenza di una delle famiglie più importanti di Cervo. Innalzato nel XVIII secolo, si distingue dalle altre costruzioni per le decorazioni barocche che ne abbelliscono la facciata. All’interno, pareti e soffitti sono impreziositi da notevoli affreschi del Carrega. Il palazzo è ora di proprietà del Comune, che vi realizza iniziative culturali. Altri edifici di un certo pregio sono: il seicentesco Palazzo Morchio, attuale Municipio; la Torre di Sant’Antonio, edificata intorno alla metà del XVI secolo; e la Chiesa di San Nicola da Tolentino, l’antica e prima parrocchiale di Cervo, posizionata appena fuori le mura.

Tra i maggiori eventi di Cervo vi suggeriamo il Festival Internazionale di Musica da Camera, nato nel 1964 da una felice intuizione del violinista ungherese Sandor Vegh. La prestigiosa kermesse, in programma nelle serate tra luglio e agosto, deve il proprio successo alla fama degli interpreti che vi partecipano.
Un consiglio per la gola: un aperitivo con vista mare mozzafiato al Bar Ariel e una cena accompagnata da buon vino al Ristorante San Giorgio o all’ enoteca San Giorgino

Alla scoperta del borgo di Bussana Vecchia

Alla scoperta del borgo di Bussana Vecchia

Su una collina alle spalle di Sanremo, a circa 40 chilometri da Relais del Maro, c’è un suggestivo borgo medioevale, oggi conosciuto come il “villaggio degli artisti”, sorto sulle rovine di un paese abbandonato molto tempo prima a causa di un terribile terremoto. Stiamo parlando di Bussana Vecchia, un luogo dalla storia controversa, in cui l’arte si respira ad ogni angolo.

Le sue origini risalgono all’epoca romana ma è solo intorno al XII secolo che iniziò a trasformarsi in borgo abitato da contadini ed allevatori. La vita nel paese proseguì relativamente tranquilla fino al 23 febbraio 1887, quando una violentissima scossa di terremoto colpì l’entroterra sanremese, danneggiando gravemente il piccolo centro abitato, fino a quel momento chiamato semplicemente Bussana. In pochi secondi il sisma provocò numerose vittime e distrusse gran parte degli edifici. I superstiti, dopo aver vissuto per anni in abitazioni di fortuna, si spostarono qualche chilometro più a valle. Sorse così, tra il 1889 e il 1894, una nuova Bussana (denominata Bussana Nuova) mentre il vecchio paese (da allora chiamato Bussana Vecchia) veniva definitivamente abbandonato, diventando un vero e proprio borgo fantasma.

Disabitato per decenni, iniziò a rivivere alla fine degli anni Cinquanta, quando il grande ceramista Mario Giani, noto con il nome d’arte Clizia, decise di stabilirsi nel borgo assieme ad una decina di altri artisti, attratti dalla particolarità del luogo. Venne redatto pure uno statuto per regolare la vita del villaggio. Bussana Vecchia divenne dunque la meta di pittori, scultori, artigiani, musicisti e poeti provenienti non solo dall’Italia ma da tutto il mondo, che ristrutturarono e resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati. Alla fine degli anni Sessanta venne aperta anche la prima bottega dove era possibile acquistare le opere realizzate dagli artisti. Con il passare del tempo la comunità, seppur non autorizzata, ha continuato a crescere.

Oggi il paese è un autentico museo cielo aperto e, sebbene sia molto cambiato rispetto agli anni Sessanta, rimane un luogo magico che regala emozioni e scorci incantevoli ad ogni angolo. A Bussana Vecchia è bello perdersi tra le stradine, camminare senza una meta precisa e lasciarsi sorprendere passo dopo passo. Il borgo è abitato tutto l’anno da una sessantina di persone, che durante l’estate salgono a duecento.

Le vecchie case in pietra, in parte ancora diroccate, ospitano atelier e botteghe di prodotti artigianali e artistici della più varia natura: dipinti, sculture, ceramiche, oggetti di bigiotteria, litografie e innumerevoli altri manufatti. Specialmente in primavera e nelle caldi sere d’estate, il villaggio si anima con performance teatrali, mostre e musica dal vivo.

Il simbolo di Bussana Vecchia è la Chiesa di Sant’Egidio, dove si trovava la maggior parte degli abitanti al momento del terremoto, che lasciò intatti solo la parte iniziale e il campanile a fianco della costruzione. Mai ristrutturata, conserva ancora tracce degli stucchi e delle pitture originarie.

Altro luogo impattante è quello delle rovine del castello, edificato nel XII secolo dai conti di Ventimiglia, i signori feudali del borgo. Tra le meraviglie da visitare ci sono: il giardino tra i ruderi, un curatissimo spazio verde in mezzo alle rovine punteggiato di gerani e molteplici specie floreali; e il plastico ferroviario, oltre 350 metri lineari di binari sistemati in tre stanze di una vecchia abitazione. E se durante la visita avvertite un certo languorino, potete fermarvi all’Osteria degli Artisti, il locale più antico del paese, che propone una eccellente cucina locale!