Alla scoperta di Bordighera Alta

Alla scoperta di Bordighera Alta

Bordighera alta: un meraviglioso balcone sul mare del Ponente ligure

Il comune di Bordighera è costituita da due parti distinte: il nucleo della città vecchia raccolto sul Capo Sant’Ampelio ( luogo imperdibile della città), e la città nuova tra il capo e Vallecrosia. La città vecchia, anche detta Bordighera Alta, ha conservato pressoché intatto il suo fascino medievale. Lo scrittore Edmondo De Amicis così la descriveva: “Poche case ammucchiate sopra un’altura che formano un labirinto di vicoli in salita e discesa, dove spira l’uggia della fortezza antica eretta in difesa dei Saraceni”. Un secolo dopo, non è molto cambiata. Affacciato sul mare, il vecchio abitato è un dedalo di carruggi che si aprono su piccole piazze ed è cinto da poderose mura tardo medievali rinforzate a metà del XVI secolo.

Anche il celebre pittore francese Claude Monet, considerato uno dei fondatori dell’impressionismo, ne rimase ammaliato. La prima volta si recò a Bordighera nel 1883 con l’amico Auguste Renoir, con il quale si divertì un bel pò. Durante il breve soggiorno rimase talmente incantato dal paesaggio che decise di ritornare nel gennaio 1884. Doveva rimanere un paio di settimane ma si fermò 3 mesi, realizzando oltre cinquanta tele. Al suo mercante a Parigi scriveva: “Tutto è mirabile, e ogni giorno la campagna è più bella, ed io sono stregato dal paese”. A rapirlo fu soprattutto il Giardino Moreno, del quale diceva “un giardino come quello non rassomiglia a niente, è semplicemente fantasmagorico, tutte le piante dell’universo sembrano crescervi spontaneamente”. Del Giardino Moreno rimangono solo alcune tracce nell’odierno giardino intitolato a Monet, lungo via Romana.

Si accede al borgo antico attraverso tre porte: la secentesca Porta del Capo, o Nuova, a sud; la Porta Soprana, o della Maddalena, aperta nel 1780, a est; e la Porta Sottana, edificata nel 1470 e rifatta in epoca barocca, ad ovest. Il pittoresco centro storico è caratterizzato da case color pastello, scalinate, piazzette e stretti vicoli, distribuiti intorno alle due vie principali: la Via Lunga e la Via Dritta.

Se cerchi informazioni su dove mangiare a Bordighera Alta, sappi che non mancano poi i ristoranti dove gustare i piatti tipici della cucina locale. Uno fra tutti il Magiargè (www.osteriamagiarge.it), osteria con una cantina davvero ricca

Il cuore di Bordighera Alta è Piazza del Popolo, sulla quale affaccia la Chiesa di Santa Maria Maddalena. Fu eretta nel XVII secolo anche se il suo aspetto attuale è dovuto ai lavori di ristrutturazione eseguiti nella seconda metà del XIX secolo. La moderna facciata è decorata con stucchi in stile rococò mentre il campanile, staccato dalla chiesa, svetta sopra una bella loggia tardo medievale. Al suo interno sono conservate le reliquie di Sant’Ampelio, patrono e protettore di Bordighera, e diverse opere d’arte, tra cui un pregevole gruppo marmoreo, scolpito, su disegni di Filippo Parodi, dal figlio Domenico.

Un altro edificio di interesse storico è il quattrocentesco Oratorio di San Bartolomeo, situato a pochi passi dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena. Qui, come testimonia una lapida posta sulla facciata, si tenne la riunione dei consoli di Camporosso, Vallecrosia, San Biagio, Soldano, Borghetto, Vallebona, Sasso e Bordighera che decretò la separazione dalla città di Ventimiglia e la proclamazione della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi. Tra le opere d’arte presenti spicca una statua lignea di San Bartolomeo del 1865, attribuita ad Agostino Vignola.

Dalla città vecchia si snodano inoltre diversi percorsi naturalistici. Tra questi uno dei più belli è senza dubbio il Sentiero del Béodo, la passeggiata lungo il tracciato dell’antico canale dell’acquedotto (béodo) che portava l’acqua in città. Il famoso architetto francese Charles Garnier, che visse a lungo a Bordighera progettando numerosi edifici, riguardo al sentiero disse: “Ecco una delle passeggiate più entusiasmanti di Bordighera, che ogni artista non può dimenticare […] una successione ininterrotta di tanti angoli nei quali si armonizzano forma ed eleganza”.

I luoghi più instagrammabili della Liguria

I luoghi più instagrammabili della Liguria

La Liguria è uno splendido lembo di terra stretto tra il mare e la montagna, in cui si susseguono paesaggi a dir poco stupefacenti e scorci incantevoli che sembrano stati appositamente creati per essere fotografati. Quindi, se siete Instagram dipendenti, non c’è destinazione migliore per scattare foto spettacolari e acchiappa like. In questo articolo vi sveleremo alcuni dei luoghi più instagrammabili della Liguria. Non vi resta che seguire i nostri consigli, aggiungere gli hashtag e pubblicare.

La Chiesa di Sant’Ampelio a Bordighera

Tra i luoghi più instagrammabili della Liguria non poteva di certo mancare la Chiesa di Sant’Ampelio a Bordighera. Per la sua bellezza e la caratteristica posizione a picco sul mare rientra senza ombra di dubbio tra le meraviglie della Riviera di Ponente. Il promontorio sui cui sorge è il più meridionale dell’Italia Settentrionale. L’archeologo Nino Lamboglia l’ha definita “un palinsesto di dieci secoli di storia”. L’edificio attuale risale all’XI secolo anche se nel corso del tempo è stato più volte modificato e restaurato. È da sempre un luogo ricco di fascino e di mistero, intorno al quale aleggiano antiche leggende. Il momento migliore per scattare una foto è al tramonto.

I carruggi di Albenga

Albenga è una deliziosa cittadina in cui convivono passato e presente: il tutto si fonde in un’atmosfera unica, in una sinfonia di contrasti visivi e magnifici scenari. È anche detta la “città delle cento Torri” per le sue spettacolari ed inconfondibili torri che dominano il paesaggio. Possiede uno dei centri storici meglio conservati della Riviera di Ponente. Su Instagram fanno il pieno di like le fotografie dei suoi carruggi, dove oltre ai tanti monumenti da scoprire, si possono ammirare anche opere d’arte appese ai muri e veri e propri murales. Negli ultimi anni un gruppo di artisti ha stravolto l’immagine di alcuni di questi vicoli, trasformandoli in una piccola mostra a cielo aperto.

Bussana Vecchia

Impossibile non inserire Bussana Vecchia in questa lista: è uno dei borghi più pittoreschi della Liguria se non d’Italia. La sua storia è molto particolare, dato che era un tranquillo borgo fino al 23 febbraio 1887, quando un violento terremoto segnò per sempre il destino del paese, costringendo gli abitanti a migrare verso il mare, dove fondarono il comune di Bussana Nuova. Il vecchio paese, da allora chiamato Bussana Vecchia, rimase in stato di totale abbandono sino alla fine degli anni Cinquanta, quando è stato riportato alla vita da una comunità di artisti, che vi hanno lavorato e tuttora vi svolgono la loro attività. Le sue stradine sono ricche di scorci potenzialmente perfetti per Instagram.

La Baia dei Saraceni a Varigotti

Un altro dei luoghi più fotografati, e instagrammabili, della Liguria è la meravigliosa Baia dei Saraceni situata a Varigotti, frazione e borgo storico di Finale Ligure. Il suo nome ha origini molto antiche, pare fosse il punto di approdo dei mercanti che arrivavano da Bisanzio. Si tratta di un’oasi selvaggia in cui la natura è stata particolarmente generosa. La spiaggia, lunga circa 400 metri, è un fazzoletto di sabbia dorata e sottile ghiaino, stretto tra le rocce, affacciato su un tratto di mare cristallino. Vista la presenza massiccia di pesci, è perfetta per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. Inoltre, grazie ai fondali bassi, è l’ideale per le famiglie con bambini.

La Spiaggetta dei Balzi Rossi a Ventimiglia

Un’altra spiaggia, che attira instagrammer provenienti da ogni parte del mondo, è la Spiaggetta dei Balzi Rossi a Ventimiglia. La rivista Forbes l’ha definita “una delle sette spiagge più spettacolari d’Italia”. Questa piccola insenatura di rara bellezza, incastonata tra le rocce, è bagnata da acque incredibilmente cristalline. Si trova a pochi passi dalla frontiera, al confine con la Costa Azzurra, e deriva il nome dal colore delle pareti di calcare che, ricche di materiali ferrosi, appaiono rossastre (dal ventimigliese “bàussi russi”, cioè sassi rossi). L’intera zona è puntellata di grotte preistoriche, dove sono stati scoperti numerosi reperti risalenti al Paleolitico.

Le crêuze di Borgio Verezzi

Infine, se volete stupire i vostri follower, non potete perdervi Borgio Verezzi, uno dei borghi più belli d’Italia. Incastonato lungo la Riviera delle Palme, deve il suo nome ai due centri che lo compongono: Borgio a livello del mare e Verezzi in posizione elevata. Il borgo “saraceno”, arroccato sulla collina dell’Orera, è composto da quattro borgate (Crosa, Piazza, Poggio e Roccaro) collegate tramite stretti carruggi e antiche mulattiere (in dialetto ligure dette crêuze), conservate nella loro integrità originaria. Lungo i carruggi e le crêuze sono tantissimi gli angoli ricchi di storia e gli scorci davvero meravigliosi da fotografare. I like sono garantiti!

Il borgo medievale di Cervo

Il borgo medievale di Cervo

A poco più di 25 chilometri da Relais del Maro si trova il pittoresco borgo di Cervo, dove il tempo sembra essersi fermato al Medioevo. Il paese, inserito nel prestigioso club de “I Borghi più Belli d’Italia”, è raccolto su uno sperone che declina verso il mare ed è capace di stupire e affascinare in ogni stagione dell’anno grazie al suo straordinario patrimonio storico, artistico e architettonico.

Cervo vanta un suggestivo centro storico, racchiuso dalle antiche mura e caratterizzato da una labirinto di stretti vicoli (in dialetto ligure detti carruggi) che scendono verso la costa, fiancheggiati dalle tipiche case color pastello. Perdendosi tra questi scorci ombrosi si assapora l’atmosfera ancora tutta medievale del borgo. Il suo litorale è costituito da piccoli stabilimenti balneari, ampi tratti di spiaggia libera e tranquille insenature rocciose.

Nel punto più alto del borgo, e precisamente in Piazza Santa Caterina, sorge il Castello dei Clavesana, dalla cui terrazza in un solo colpo d’occhio si possono cogliere sia i monti che il mare. Fu edificato attorno al XIII secolo dai marchesi di Clavesana (da cui prende il nome) come propria residenza inglobando l’originaria torre alto-medievale. La struttura è stata adibita a vari usi nel corso degli anni: sede del parlamento del Comune, baluardo difensivo contro i Saraceni, Oratorio dei Disciplinanti di Santa Caterina di Alessandria e ospedale. Attualmente è sede dell’Ufficio Turistico e del Polo Museale, che ospita, al primo piano, il Museo Etnografico del Ponente Ligure e, al secondo piano, la mostra permanente “Donne di Liguria – Un secolo di storia 1850/1950”.

Altro fiore all’occhiello del borgo è la maestosa Chiesa di San Giovanni Battista, anche conosciuta come “dei Corallini” perché costruita con i proventi della pesca del corallo che i cervesi esercitavano nei mari di Corsica e Sardegna. Iniziata nel 1686 su progetto dell’architetto Gio Batta Marvaldi e conclusa nel 1734 dal figlio Giacomo Filippo, è uno dei principali esempi di architettura barocca del Ponente Ligure. Il raffinato campanile fu invece eretto nella seconda metà del XVIII secolo su disegno del pittore Francesco Carrega. La chiesa custodisce diverse pregevoli opere d’arte, fra le quali spiccano: il crocifisso ligneo del Maragliano, l’altare maggiore del Pittaluga e gli affreschi sul coro del Carrega. Dalla piazza antistante si può godere di un incantevole vista che spazia su tutto il golfo.

Nelle immediate vicinanze della Chiesa di San Giovanni Battista si trova l’ex Oratorio di Santa Caterina, un classico esempio di struttura romanica in origine a croce latina. L’edificio fu costruito nel XIII secolo su iniziativa dei Cavalieri Gerosolimitani come chiesa ma intorno al XVIII secolo, quando fu consacrata la Chiesa dei Corallini, fu retrocesso a oratorio. All’interno si possono ammirare alcune opere cinquecentesche, tra cui un grande affresco di San Giorgio che uccide il drago posto sopra l’ingresso principale. La struttura è oggi sconsacrata e utilizzata come sala per mostre d’arte, concerti, convegni ed eventi culturali.

Ai piedi del borgo si trova Palazzo Viale, la residenza di una delle famiglie più importanti di Cervo. Innalzato nel XVIII secolo, si distingue dalle altre costruzioni per le decorazioni barocche che ne abbelliscono la facciata. All’interno, pareti e soffitti sono impreziositi da notevoli affreschi del Carrega. Il palazzo è ora di proprietà del Comune, che vi realizza iniziative culturali. Altri edifici di un certo pregio sono: il seicentesco Palazzo Morchio, attuale Municipio; la Torre di Sant’Antonio, edificata intorno alla metà del XVI secolo; e la Chiesa di San Nicola da Tolentino, l’antica e prima parrocchiale di Cervo, posizionata appena fuori le mura.

Tra i maggiori eventi di Cervo vi suggeriamo il Festival Internazionale di Musica da Camera, nato nel 1964 da una felice intuizione del violinista ungherese Sandor Vegh. La prestigiosa kermesse, in programma nelle serate tra luglio e agosto, deve il proprio successo alla fama degli interpreti che vi partecipano.
Un consiglio per la gola: un aperitivo con vista mare mozzafiato al Bar Ariel e una cena accompagnata da buon vino al Ristorante San Giorgio o all’ enoteca San Giorgino

Alla scoperta del borgo di Bussana Vecchia

Alla scoperta del borgo di Bussana Vecchia

Su una collina alle spalle di Sanremo, a circa 40 chilometri da Relais del Maro, c’è un suggestivo borgo medioevale, oggi conosciuto come il “villaggio degli artisti”, sorto sulle rovine di un paese abbandonato molto tempo prima a causa di un terribile terremoto. Stiamo parlando di Bussana Vecchia, un luogo dalla storia controversa, in cui l’arte si respira ad ogni angolo.

Le sue origini risalgono all’epoca romana ma è solo intorno al XII secolo che iniziò a trasformarsi in borgo abitato da contadini ed allevatori. La vita nel paese proseguì relativamente tranquilla fino al 23 febbraio 1887, quando una violentissima scossa di terremoto colpì l’entroterra sanremese, danneggiando gravemente il piccolo centro abitato, fino a quel momento chiamato semplicemente Bussana. In pochi secondi il sisma provocò numerose vittime e distrusse gran parte degli edifici. I superstiti, dopo aver vissuto per anni in abitazioni di fortuna, si spostarono qualche chilometro più a valle. Sorse così, tra il 1889 e il 1894, una nuova Bussana (denominata Bussana Nuova) mentre il vecchio paese (da allora chiamato Bussana Vecchia) veniva definitivamente abbandonato, diventando un vero e proprio borgo fantasma.

Disabitato per decenni, iniziò a rivivere alla fine degli anni Cinquanta, quando il grande ceramista Mario Giani, noto con il nome d’arte Clizia, decise di stabilirsi nel borgo assieme ad una decina di altri artisti, attratti dalla particolarità del luogo. Venne redatto pure uno statuto per regolare la vita del villaggio. Bussana Vecchia divenne dunque la meta di pittori, scultori, artigiani, musicisti e poeti provenienti non solo dall’Italia ma da tutto il mondo, che ristrutturarono e resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati. Alla fine degli anni Sessanta venne aperta anche la prima bottega dove era possibile acquistare le opere realizzate dagli artisti. Con il passare del tempo la comunità, seppur non autorizzata, ha continuato a crescere.

Oggi il paese è un autentico museo cielo aperto e, sebbene sia molto cambiato rispetto agli anni Sessanta, rimane un luogo magico che regala emozioni e scorci incantevoli ad ogni angolo. A Bussana Vecchia è bello perdersi tra le stradine, camminare senza una meta precisa e lasciarsi sorprendere passo dopo passo. Il borgo è abitato tutto l’anno da una sessantina di persone, che durante l’estate salgono a duecento.

Le vecchie case in pietra, in parte ancora diroccate, ospitano atelier e botteghe di prodotti artigianali e artistici della più varia natura: dipinti, sculture, ceramiche, oggetti di bigiotteria, litografie e innumerevoli altri manufatti. Specialmente in primavera e nelle caldi sere d’estate, il villaggio si anima con performance teatrali, mostre e musica dal vivo.

Il simbolo di Bussana Vecchia è la Chiesa di Sant’Egidio, dove si trovava la maggior parte degli abitanti al momento del terremoto, che lasciò intatti solo la parte iniziale e il campanile a fianco della costruzione. Mai ristrutturata, conserva ancora tracce degli stucchi e delle pitture originarie.

Altro luogo impattante è quello delle rovine del castello, edificato nel XII secolo dai conti di Ventimiglia, i signori feudali del borgo. Tra le meraviglie da visitare ci sono: il giardino tra i ruderi, un curatissimo spazio verde in mezzo alle rovine punteggiato di gerani e molteplici specie floreali; e il plastico ferroviario, oltre 350 metri lineari di binari sistemati in tre stanze di una vecchia abitazione. E se durante la visita avvertite un certo languorino, potete fermarvi all’Osteria degli Artisti, il locale più antico del paese, che propone una eccellente cucina locale!

 

Belin che gin! | tutti i gin della Liguria

Belin che gin! | tutti i gin della Liguria

Lo sapevate che è uno dei cocktails con meno calorie ever? E che le bacche di ginepro hanno una miriade di effetti benefici sul nostro corpo? C’è chi addirittura dice che questo mix di erbe sia un ottimo alleato contro la cellulite..
Insomma, quanti motivi vi servono ancora per bervi un buon Gin Tonic? Lo so, non vi servono motivi, ma solo l’estate calda e una bella vacanza (magari al Relais!)

Risate a parte, forse qualcosa che non sapete ve la posso ancora raccontare.. per esempio che in Liguria, di gin, se ne producono almeno dieci.

“Martina ma certo, noi uno lo abbiamo bevuto da voi!”

Lo sooo, lo so! Il Gin Taggiasco dell’Oleificio Roi, che voi ben conoscete, il gin prodotto dalle olive del nostro ponente ligure e che abbiamo inserito nel nostro menù dei gin. Ma quali sono gli altri?

1. Portofino Gin – Asti  | Sebbene la produzione avvenga in territorio astigiano, il bouquet di aromatiche utilizzato viene interamente dalla collina di Portofino. Agrumato, floreale, piacevolmente speziato: what an icon!

2. Gin Ginuensis – Genova | “Il Ginuensis al palato è morbido, pulito e fragrante, dal retrogusto quasi dolce e amabile. Il naso speziato richiama scenari d’oriente… E altre belinate simili” così lo descrivono i loro creatori. Foglie di lime kaffir, arancia, liquirizia e cumino, queste le suggestioni del gin genovese per eccellenza. P.s.: e se non sapete cosa sia una belinata.. vabbè, cliccate qui ma non andatene fieri!

3. Camügin – Camogli (GE) | Camugin è l’antico nome genovese con cui gli abitanti del borgo marinaro chiamavano il paese di Camogli. Protagonisti assoluti: sale marino e le erbe dei colli liguri. Un motivo in più per visitare Camogli, oltre alla focaccia!

4. Gin Gino – Cengio (SV) | All’interno del laboratorio ORIGINE si lavorano unicamente materie prime derivanti da Agricoltura Biologica. Qui nasce il nonno di tutti i gin liguri: Gin Gino. Un gin che non le manda a dire, quindi se preferite gusti morbidi e rotondi forse non farà al caso vostro.

5. Gin Legend – Genova | Un gin equilibrato, adatto ad ogni palato ma con una nota di unicità che lo rende perfettamente riconoscibile (e per ciò il mio super favorito) : la menta piperita. Anche se..

6. Gin Mä – Genova | ..trovandoci in Liguria, dovrei piuttosto dire che il preferito non può che essere l’unico gin al mondo prodotto con Basilico Genovese DOP! Two is meglio che one, diceva una pubblicità, e qui is anche meglio che three, four and five.. le uniche botaniche utilizzate sono infatti solo due: basilico e ginepro.

7. “U Spessià” Gin – Savona | Non dicevamo all’inizio che il gin tonic è come un balsamo per il corpo? Questo gin prodotto dall’Opificio Clandestino degli In-Fusi ricava il suo nome proprio dall’antica figura del farmacista, che grazie ai suoi mix di erbe sapeva guarire tuuuutti i mali, parola di Andrea Bruzzone.

8. 969 Gin – Genova | Ancora i profumi della città di Genova racchiusi in una bottiglia, grazie alle intensissime note salmastre delle alghe utilizzate come botaniche. In aggiunta: scorza di arancia, per ammorbidirne la salinità.

9. Rusagni Gin – Rezzoaglio (GE) | Dal Liquorificio Fabrizii di Rezzoaglio nasce finalmente un bel gin caldo, anche nel colore. Note agrumate, erbe locali, ginepro: ecco gli ingredienti del Rusagni, un gin “come una volta”.

La parte difficile arriva ora: quale scegliere da inserire nella nostra lista gin!

A.A.A. Tempo di qualità cercasi? Scopri il Relais del Maro e tutti i servizi per le famiglie!

A.A.A. Tempo di qualità cercasi? Scopri il Relais del Maro e tutti i servizi per le famiglie!

Il Relais del Maro è ormai famoso tra la nostra clientela come il posto perfetto anche per le vacanze in coppia e con la famiglia.

Abbiamo già parlato dei nostri servizi ideati appositamente per le coppie, ma quali opportunità sfruttare sul territorio durante la vostra vacanza in tre, quattro, cinque, dieci?

 

Non temete ciurma! La banda del Relais vi propone gratuitamente tutto il materiale necessario presso il reception desk! Vi basterà solo chiedere e riceverete una comoda brochure con una lista delle attività più interessanti da fare tutti insieme. Un esempio? Date un’occhiata alle 5 attività più divertenti per le famiglie qui.

Certo, il Relais non è solamente un piccolo paradiso per piccini; ciò nonostante, troverete prodotti bagno dedicati per i vostri bambini, seggiolini bebè e set pranzo per assisterli durante i pasti, libri da colorare e da leggere in biblioteca. Non dovrete neanche occuparvi di fare spazio in macchina per la culla: possiamo provvedere a installare uno dei nostri lettini che Bianca e Bella accuratamente disinfettano e sistemano ogni volta che sia necessario. Sempre per i vostri piccoletti, offriamo anche la possibilità di richiedere il servizio di baby-sitting, qualora vogliate organizzare una cena a due per passare una romantica serata. Passate in reception per qualsiasi evenienza e saremo liete di aiutarvi!

Avviso per i più grandicelli: in Reception troverete una mappa che può condurvi in un bellissimo parco giochi! Oppure…divertitevi a scovarlo da soli seguendo le voci dei bambini di Borgomaro! Un piccolo borgo è come un mondo magico e antico che aspetta solo di essere esplorato!